La dieta mediterranea
Lorenzo Piroddi (1911 – 1999), studioso ligure attivo dalla prima metà del ‘900, studiò la connessione tra abitudini alimentari e malattie del ricambio, e fu uno dei primi nutrizionisti ad elaborare una dieta per i suoi pazienti che limitava il consumo di grassi animali e privilegiava quelli vegetali. Piroddi studiò Il potenziale curativo di una dieta con tali caratteristiche, gettando le basi per il riconoscimento di una Dieta Mediterranea come insieme di abitudini alimentari a sé stanti.
Ma fu Ancel Keys (1904 – 2004), biologo e fisiologo statunitense, grazie ai suoi studi sulle abitudini alimentari delle popolazioni dell’Italia meridionale, che fissò nell’immaginario collettivo la locuzione Dieta Mediterranea, dandole dignità scientifica e culturale.
L’Italia è al momento la nazione che detiene il maggior numero di siti (47) inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, e possiede tre elementi di patrimonio intangibile, vale a dire tradizioni culturali tramandate per via orale o scritta uniche al mondo per ricchezza e valore.
Una di queste è proprio la Dieta Mediterranea.
Il riconoscimento dell’organizzazione delle Nazioni Unite non è solo prestigioso, ma anche fondamentale per lo sviluppo della Dieta stessa, perché dimostra l’importanza della Dieta nella vita delle popolazioni Mediterranee e il suo potenziale impatto sulla vita e la salute delle popolazioni di tutto il mondo.