Spreco alimentare: semplici consigli
Secondo la Commissione Europea, per spreco alimentare si intende “l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare, che – per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza di consumo, seppure ancora commestibili e quindi potenzialmente destinati al consumo umano – sono destinati ad essere eliminati o smaltiti”.
Il Waste Resources Action Program (WRAP) propone una definizione di food waste che distingue lo spreco di cibo in:
- evitabile (cibo e bevande finiti in spazzatura ma ancora edibili, come pezzi di pane, mele, carne, ecc.)
- possibilmente evitabile (cibo e bevande che alcune persone consumano, per esempio le croste del pane, e altre persone no; ma anche il cibo che può essere consumato se cucinato, per esempio la buccia di patate)
- inevitabile (ossi di carne, bucce d’uovo, d’ananas ecc.).
La crescita economica nell’Unione europea è accompagnata da un’incredibile quantità di spreco alimentare, che a sua volta causa una perdita di materiali ed energie, danni ambientali ed effetti negativi sulla salute e sulla qualità di vita. Negli ultimi dieci anni lo spreco alimentare ha ricevuto grande attenzione perché considerato causa di effetti negativi economici, ambientali e sociali e rappresenta uno dei temi più importanti correlato al concetto di sostenibilità. Infatti, lo spreco alimentare sul pianeta costa ogni anno 1.000 miliardi di dollari, una cifra che sale a 2.600 miliardi se si considerano i costi «nascosti» legati all’acqua e all’impatto ambientale.
Ogni anno si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo pari a circa 1/3 della produzione totale destinata al consumo umano (dati Fao). L’UE getta 90 milioni di tonnellate di cibo così come in Italia lo spreco domestico vale complessivamente 8,4 miliardi di euro all’anno (Rapporto Waste Watcher 2015).
Tale rapporto sottolinea inoltre che, a livello nazionale:
- il 32% si perde nella fase di produzione agricola (510 milioni di tonnellate)
- il 22% (355 milioni) si spreca nelle fasi successive alla raccolta e nello stoccaggio
- l’11% (180 milioni) va perso durante la lavorazione industriale
- il 22% (345 milioni) è lo spreco domestico
- il 13% si spreca durante la distribuzione e nella ristorazione
Per la prevenzione dello spreco alimentare ci sono alcune regole utili che sarebbe bene tener presenti come: acquistare senza eccedere nelle quantità, prepararsi con cura un elenco di ciò che serve, guardare le date di scadenza, conservare con cura e secondo le indicazioni ciò che si acquista.
Importante dunque il tema dell’educazione alimentare che deve essere sicuramente la base di ogni intervento.