Fra i tanti PERCHE’ (2)
Perché è utile consumare alimenti che contengono isoflavoni?
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Perché queste sostanze somigliando agli estrogeni (sono dette anche fitoestrogeni) si legano ai recettori ormonali in loro sostituzione impedendone la propria azione. In tal modo svolgono un’azione protettiva su mammella e prostata.
Perché condire (senza esagerare) con olio extravergine di oliva l’insalata?
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Perché alcune vitamine (A, D, E, K, F, Q), presenti negli alimenti, sono liposolubili e pertanto necessitano di grasso per essere assorbite.
Perché preferire il risotto al riso bollito?
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Perché nella preparazione del risotto, aggiungendo l’acqua poca per volta, si riduce l’effetto di “gelatinizzazione” dell’amido con conseguente ritardo nell’assorbimento digestivo e ridotto picco glicemico. E’ opportuno ricordarsi che il riso bollito se raffreddato (insalata di riso) presenta più resistenza agli enzimi digestivi per cui l’indice glicemico sarà più basso.
Perché è meglio la pasta al dente?
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Perché prolungando la cottura si provoca, nell’amido della pasta, una “gelatinizzazione” che permette agli enzimi digestivi di scinderlo meglio con conseguente rapido assorbimento e picco glicemico.
Perché è errata la convinzione che lo zucchero grezzo (bruno) sia da preferire allo zucchero raffinato (bianco)?
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Lo zucchero (saccarosio) è un disaccaride formato da 1 molecola di glucosio e 1 molecola di fruttosio. Sia quello grezzo che quello raffinato hanno dunque la stessa composizione. La differenza sta nel colore determinato dalla melassa, presente nel bruno, che viene allontanata, con l’uso di sostanze non nocive per l’organismo, facendo assumere il colore bianco.
Perché è meglio bollire le carote?
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Perché i carotenoidi, presenti nelle carote, vengono assorbiti meglio. E non dimenticate di condirle con olio extravergine di oliva che favorisce l’assorbimento di vitamina A (liposolubile).
Perché condire con succo di limone gli spinaci?
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Perché il succo di limone aumenta la disponibilità del ferro contenuto negli spinaci.
Perché il caffè all’americana contiene più caffeina del caffè espresso o del caffè preparato con la moka?
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La risposta al quesito sta nelle differenti preparazioni. Il caffè all’americana si prepara ponendo il caffè (30 – 80 gr a seconda del paese) su un filtro di carta e versandoci sopra 1 litro di acqua bollente, con un tempo di contatto di circa 6 minuti. Questa procedura estrae una elevata percentuale di caffeina (circa il 100%) corrispondente a circa 115-120 mg in ogni classica tazza (“mug”) che ha una capacità di 180-200 ml. Nella preparazione dell’espresso la quantità di acqua è di 40-60 ml a temperatura di 92-94 °C e il tempo di contatto, dei 5-7 gr di caffè utilizzato, è di circa 30 secondi con una estrazione dell’80% di caffeina in un volume di tazzina di 20-35 ml. In un caffè casalingo o moka il tempo di contatto è di 1-2 minuti con una estrazione del 92-98% e il contenuto di bevanda per tazzina va dai 40 ai 60 ml. Altra importante nota è che nel caffè all’americana la macinatura è grossolana e con tostatura media; nell’espresso o nella moka il caffè è ben tostato e macinato finemente.