Olio di cocco, un concentrato di grassi saturi

Se fino a poco tempo fa l’olio di cocco godeva di buona reputazione, ora una revisione dell’American Heart Association, pubblicata sulla rivista Circulation, solleva grossi dubbi su quest’olio.

L’olio di cocco è un grasso saturo e come sostiene Frank Sacks della Harvard TH Chan School of Public Health di Boston, tra i firmatari della revisione “I grassi saturi aumentano il colesterolo Ldl (il colesterolo cattivo), che è una delle cause principali delle placche che ostruiscono le arterie e delle patologie cardiovascolari”. 100 grammi di olio di cocco contengono 82 grammi di acidi grassi saturi: più del burro (gr. 63), del lardo (gr. 39) e del grasso bovino (gr. 50), dell’olio di palma (gr. 49) e pari all’olio di semi di palma (o olio di palmisto, gr. 82), dati riportati nella tabella pubblicata su Circulation.

Dalla citata pubblicazione sulla rivista Circulation emerge che l’olio di cocco innalza il colesterolo Ldl (conosciuto ai più come colesterolo cattivo) e non essendo noti altri benefici in grado di compensare il fatto che innalza il colesterolo cattivo, il parere degli esperti è quello di evitarne il consumo.

Altra voce critica è quella di Karin Michels, epidemologa e direttrice dell’Istituto per la prevenzione e l’epidemiologia dei tumori all’Università di Friburgo e professoressa alla Harvard TH Chan School of Public Health che, durante una conferenza dal titolo “Olio di cocco e altri errori nutrizionali“, ha definito questo ingrediente come una delle cose peggiori che si possano mangiare.

L’olio di cocco appartiene, come quello di palma, alla classe di acidi grassi saturi che sono ideali nelle preparazioni industriali perché si ossidano meno e sono più stabili al calore, mantenendo più a lungo i prodotti, ma sta cominciando a essere usato anche per uso casalingo (in rete si trovano diverse ricette in cui compare come ingrediente).

Attenzione a non generalizzare sugli oli ed il loro prevalente contenuto in grassi saturi. Infatti l’olio di oliva, di mais, di sesamo o di canapa sono ricchi di acidi grassi polinsaturi e il loro consumo è raccomandato dall’America Heart Association.

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