KIWI, il piccolo grande “frutto della salute”

Quando comparve per la prima volta in Italia negli anni 70, il kiwi, essendo un alimento ricco in costituenti e proprietà benefiche per il nostro organismo, fu presentato come il “frutto della salute”.

Nato oltre 700 anni fa in Cina fu portato in Nuova Zelanda da alcuni missionari all’inizio del secolo scorso col nome di «Uva Spina Cinese». Furono i coltivatori neozelandesi che riuscirono, con selezioni ed innesti, ad ottenere una varietà commercializzabile cui diedero il nome del loro uccello simbolo, il kiwi.

L’Italia è tra i principali produttori di questo frutto assieme a Cina e Nuova Zelanda; ma anche Cile, Francia, Giappone e Stati Uniti hanno elevate produzioni. La principale zona italiana di produzione è la Romagna. Nonostante l’elevata produzione l’importazione è pari quasi al 50% dei nostri consumi.

Il kiwi è il frutto (una bacca) della Actinidia deliciosa che presenta dimensioni e colori assai diversi a seconda delle specie e delle varietà considerate; 100 grammi di parte commestibile apportano 44 Kcal, 9 g di zuccheri solubili, 0,6 g di lipidi, 1,2 g di proteine, 86,4 g di acqua, 2,2 g di fibre. Ricco in vitamina C e sali minerali, contiene vitamine del gruppo B, vitamina K e E, acido folico, polifenoli (flavonoidi) e carotenoidi.

La pianta del kiwi è un rampicante dai rami lunghi e flessibili che hanno bisogno di sostegni, e le piante possono essere femminili o maschili. L’impollinazione in natura è opera di uccelli ed insetti ma quest’ultima è difficile da ottenere poiché i fiori non sono particolarmente attrattivi per le api.

La pianta comincia a produrre dopo circa un anno e si mantiene produttiva per una decina d’anni. Le potature sono molto importanti e permettono di mantenere una buona produttività nel tempo, con i rami più vecchi di tre anni che vanno eliminati poiché non danno più frutti.

In Italia la stagione dei kiwi inizia a novembre e termina a maggio. Tra giugno e ottobre possono invece trovarsi sul mercato frutti di provenienza dall’emisfero sud.

Il kiwi è un frutto climaterico e pertanto una volta raccolto continua il suo processo di maturazione raggiungendola dopo pochi giorni; per questo è possibile conservare i kiwi a temperatura ambiente per qualche giorno per far loro raggiungere la maturazione ideale, meglio se posti assieme a qualche mela o pera o banana che essendo grandi produttori di etilene ne facilitano la maturazione.

A temperatura ambiente il kiwi può essere conservato per qualche giorno, mentre in frigorifero può resistere anche due o tre settimane, se ben sodo.

Il consumo di kiwi, grazie all’abbondante contenuto di fibre, favorirebbe il microbiota intestinale con l’aumento di lattobacilli e bifidobatteri migliorando la funzione intestinale dell’organismo. Il kiwi può essere consumato anche da soggetti che presentano alterata sensibilità ai FODMAP e può essere un prezioso alleato per ridurre la stipsi nei soggetti con colon irritabile.

Il kiwi contiene molecole associate alla cosiddetta “sindrome lattice-frutta”. In caso di allergia al lattice è quindi bene fare attenzione al consumo di kiwi.” (fonte sito Humanitas)

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